Il monitoraggio degli organismi nocivi

Uno dei criteri fondamentali su cui si basa la gestione integrata è che le colture devono essere costantemente tenute sotto controllo, e l’esecuzione di eventuali interventi deve avvenire solo dopo aver accertato l’effettiva presenza e la consistenza dell’agente di danno. Cade quindi completamente l’approccio di una difesa delle colture predeterminata da calendari di intervento stabiliti spesso solo in relazione alle fasi fenologiche della coltura.

L’esecuzione corretta di un campionamento è sicuramente l’aspetto più delicato ed importante della difesa integrata. I più importanti tipi di campionamento sono due: quello visuale, e quello con le trappole.

Con la gestione integrata cade completamente l’approccio di una difesa delle colture predeterminata da calendari di intervento.

Il campionamento visuale consiste nel raccogliere un certo numero di organi vegetali a caso per verificare il livello di presenza dell’agente di danno e quindi stimare il valore della produzione che si perderebbe. Nella maggior parte dei casi si sceglie il 10% delle piante e su ciascuna di esse si prelevano 10 organi attaccabili dall’agente che stiamo monitorando (rametti, foglie, frutti). La scelta degli organi campionati deve essere totalmente casuale. La percentuale di organi attaccati viene confrontata con quelle reperibili sulle pubblicazioni specialistiche o nei disciplinari di difesa integrata della propria regione, o indicata dai servizi di consulenza e assistenza tecnica locali, e si agisce di conseguenza.

Va sottolineato che il campionamento degli organi vegetali è sempre estremamente affidabile (se eseguito in modo corretto e cioè prelevando gli organi a caso) talvolta più del dato che possiamo ottenere con le trappole.

Il campionamento con trappole è particolarmente utile per monitorare la presenza di importanti insetti come ad esempio le tignole della frutta, la mosca delle olive. Solo per alcune di queste specie è possibile mettere in relazione il numero di catture con il danno sulla produzione, e comunque, in ogni caso risulta molto più affidabile il campionamento visuale sugli organi attaccati.

Le trappole più comuni ed utilizzate sono quelle a feromone sessuale che sono specifiche per la specie da monitorare. Il loro uso corretto prevede di norma l’installazione di 3 trappole per ettaro più una trappola per ogni ettaro successivo. Annotando le catture settimanali è possibile individuare i cosiddetti picchi di sfarfallamento in virtù dei quali è possibile individuare i momenti più adatti per effettuare un intervento in base al tipo di mezzo prescelto.